SCUOLA SUPERIORE PRIVATA PARITARIA
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AMA IL TUO PROSSIMO COME TE STESSO

14 marzo 2023

pasted-image.jpeg... come tanti scienziati dicono, l’atto di innamorarsi è pura chimica ed avviene nelle parti del cervello emotivo che ha il compito di rilasciare un neurotrasmettitore chiamato dopamina che procura benessere. Dunque, innamorarsi non è uno stile di vita, bensì è un’emozione universale che vale per tutti senza distinzioni di sesso e di razza. L’università dell’amore comprende anche l’omosessualità; infatti, nel 1973 l'American Psychiatric Association e, successivamente nel 1993 l’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno eliminato l’omosessualità dalle patologie mentali dato che in quei tempi l'omosessualità veniva considerata ancora una malattia mentale che portava ad una devianza sessuale come la pedofilia o la necrofilia. Ad oggi, l'omosessualità è considerata semplicemente un orientamento sessuale anche se la sua accettazione non è ancora del tutto avvenuta essendo un processo molto lungo e complesso. 

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Il sociologo, filosofo e studioso Sigmund Freud si interessa all’argomento esprimendo la sua opinione pur essendo, a quel tempo, molto diversa dalla realtà. Infatti, scrive una lettera di risposta a una madre che gli chiede aiuto per il figlio omosessuale, rispondendo con frasi molto contemporanee: “Non c’è nulla di cui vergognarsi, sono molto colpito dal fatto che non utilizzi questo termine quando dai informazioni su di lui, posso chiedere perché lo eviti?” La sua lettera cita: “L'omosessualità non è di certo un vantaggio, ma non c’è nulla di cui vergognarsi, non è un vizio, non è degradante, non può essere classificata come una malattia, riteniamo che sia una variazione della funzione sessuale, prodotta da un arresto dello sviluppo sessuale. Molti individui altamente rispettabili di tempi antichi e moderni sono stati omosessuali, molti dei quali sono stati grandi uomini” . 

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Ciò che dice il sociologo ci dovrebbe far capire quanto è limitante il non voler accettare la libertà di scelta e di pensiero individuale, che non dovrebbe vedere l’omosessualità, e di conseguenza, le persone omosessuali come diverse e devianti ma normali e come tutti, perché l’amore non deve mai essere imposto a nessuno; l’omosessualità è innata e di certo non si può cambiare. Molto spesso si sente parlare di integralisti religiosi che ritengono l’omosessualità, come anche le adozioni, i matrimoni e molto altro, contro natura e devianti soprattutto per i soggetti più deboli e che non si possono difendere dalla società, come i bambini. 

In Francia la legge garantisce e riconosce ai bambini i genitori, femmine o maschi che siano, che li hanno curati e amati, e non solo quelli biologici. La Francia è così diventata il nono paese in Europa, ed il quattordicesimo al mondo ad aver riconosciuto il diritto al matrimonio omosessuale diversamente dall’Italia.

Nel mondo ad oggi ci sono tante città che celebrano la Giornata Internazionale dell’Uguaglianza delle Famiglie (Atene, Helsinki, Tel Aviv, Los Angeles). Questa giornata si celebra solo da cinque anni ed è grazie all'Associazione Famiglie Arcobaleno che, ad oggi, si impegna ad affidare bambini orfani a coppie omosessuali. In otto anni di attività l'associazione è entrata in contatto con 1500 nuclei familiari. Infatti, in Francia si stimano circa 10 mila famiglie arcobaleno, mentre in Italia non c'è ancora una stima ufficiale. Oggi tutti noi vogliamo sottolineare che l’amore che provi verso un figlio è incondizionato e, di certo, non dipende dall’orientamento sessuale di due persone che si amano.  

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pasted-image.jpegQua sotto vogliamo riportare una testimonianza di una nostra compagna su cosa significa nascere e dover vivere nascondendo i suoi sentimenti. “Non ho mai subito comportamenti violenti a causa del mio orientamento sessuale, ma per omofobia non si intende solo questo. Omofobia significa guardare due persone che si baciano con la sensazione di stranezza solo perché reputate strane, diverse; non poter dire alla tua famiglia chi ami davvero per paura della loro reazione; non poter avere una prospettiva familiare chiara; perdere amicizie solo per il tuo coming out; e, nel mio caso, molto spesso, non essere considerata una donna solo perché indosso abiti maschili e porto i capelli corti con il ciuffo. Tutto questo è la mia realtà, come la realtà di migliaia di persone. L’esperienza negativa che mi ha segnata di più è l’incomprensione che ha avuto mio padre nei miei confronti quando già stavo passando un periodo di transizione in cui cercavo di capire chi fossi davvero. Spero davvero che nel prossimo futuro tutti questi pregiudizi e questa ignoranza andranno via via scomparendo”. 

Articolo creato dalla classe 5B LES: 

Arcangeli Sara, Bertani Manfredi, Castellone Marco, Ciardiello Marco, Mazzilli Sofia, Taschera Ajar. 

Professoressa di riferimento: Aucher Maëva  


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