20 giugno 2016
Un'interessante ricerca usare dice che le dita per contare anche da adulti non è per niente un atteggiamento sbagliato o di cui vergognarsi. E' il cervello a "chiederci" di farlo...
Il Corriere della Sera dà conto di un’interessante ricerca secondo cui utilizzare le dita per contare anche da adulti non è per niente un comportamento sbagliato o di cui vergognarsi.
Le neuroscienze dimostrano, difatti, che il nostro cervello, anche quando diveniamo adulti, continua a contare con le dita, “nel senso che quando eseguiamo dei calcoli nella nostra testa si attiva proprio quell’area che corrisponde alla rappresentazione della mano.
Quindi anche se non utilizziamo più fisicamente le dita, il cervello in un certo senso insiste a farlo”.
Il Corriere cita poi un recente studio pubblicato da due ricercatori della Northwestern University, stando al quale “migliore è la rappresentazione che ha delle dita della mano, migliori saranno anche i risultati in matematica“.
Non solo. Per Brian Butterworth, professore di neuro-psicologia cognitiva a Londra, “se le dita sono importanti per imparare a contare, più un bambino è bravo a distinguerle meno avrà difficoltà a fare i suoi calcoli: non a caso i pianisti spesso sono molto portati per la matematica”.
E così l’università di Stanford ha già messo a punto una serie di esercizi pratici il cui scopo è proprio quello di migliorare la percezione delle singole dita nei bambini.