12 dicembre 2025
Il Dottor Daniele Nappo, Rappresentante Legale nonché Fondatore della Scuola Paritaria S. Freud, pone l'attenzione sulla generazione d'oggi ovvero una generazione abituata alla cultura del “tutto subito”, che fatica a tollerare attesa, impegno e frustrazione. La velocità offerta da smartphone e social rende difficile accettare percorsi lenti come studio e relazioni. Per questo sottolinea il ruolo fondamentale della scuola e degli adulti nell’aiutare i ragazzi a riscoprire il valore della costanza e dei tempi necessari alla crescita personale.
Viviamo in una società governata dalla velocità: messaggi immediati, risposte rapide, informazioni a portata di clic. In questa condizione cresce una generazione assuefatta a ottenere tutto in tempi brevissimi. Si parla sempre più spesso di cultura del "tutto subito", un sintomo che riguarda soprattutto gli adolescenti e che si riflette nel modo in cui vivono la scuola, le relazioni e le sfide quotidiane. Siamo sicuri che tutto dev'essere immediato? E quali conseguenze ha questa mentalità sulla crescita personale? Essa indebolisce la capacità dei giovani di sopportare la frustrazione, costruire impegno, sviluppare resilienza ed elaborare percorsi lenti e profondi. Per questo è fondamentale che scuola e adulti educanti aiutino i ragazzi a riscoprire il valore del tempo, della costanza e dell'attesa. Smartphone, social, IA hanno abituato gli adolescenti alle risposte in tempo reale. La velocità può diventare un'abitudine mentale, rendendo più difficile accettare ciò che richiede gradualità, come lo studio o le relazioni reali. Viviamo in un mondo che corre. E quando si cresce in questo clima accade che la mente inizi a credere che l'attesa sia un'ingiustizia, che l'impegno sia uno sforzo inutile, che lo studio sia troppo lento. Ma la verità è che nulla di ciò che conta arriva subito. La tecnologia ci offre velocità, ma la crescita personale richiede tempo. Eppure molti giovani oggi fanno fatica a reggere la frustrazione: un voto basso li abbatte, un ostacolo li fa sentire "incapaci", un fallimento sembra definitivo. Ma tutto è parte del percorso. Senza errori non c'è apprendimento, senza lentezza non c'è profondità, senza costanza non c'è successo. La cultura del "tutto subito" non è colpa degli adolescenti: è l'ambiente in cui vivono. Ma è responsabilità della scuola e degli adulti offrire strumenti per crescere nella profondità, nella capacità di aspettare. La vita è un viaggio. E i viaggi più belli non si fanno mai di fretta.
