21 giugno 2016
Si ritrova nelle origini uno dei gesti più scaramantici e più antichi.
La tradizione si smarrisce nei secoli e interessa molti Paesi, specialmente dell’area mediterranea. La tradizione più nota si unisce all’episodio di un santo inglese, Dunstano, cui il diavolo avrebbe chiesto di ferrare il suo cavallo.
Il san maniscalco avrebbe invece inchiodato il ferro agli zoccoli del diavolo, rendendolo libero solo in cambio del giuramento che non sarebbe più entrato nelle case in cui fosse stato mostrato un ferro di cavallo.
Infatti, tra i vari ferri, proprio quello di cavallo porterebbe più fortuna: ha quasi la forma di un anello e il cerchio avrebbe una valenza magica.
Però il tastare ferro come difesa dalla sfortuna s'attorciglia anche con l’idea della spada e di altre armi, rappresentazione di difesa da ogni pericolo.
In molteplici culture, inoltre, il ferro è pensato anche un “scaccia temporale” e fulmine, un amuleto efficiente contro streghe e fatture, un’entità capace di tenere lontano l’orso (simbolo del male) ovvero in grado di riconsegnare l’orientamento a chi l’ha perso.
Tutto questo non vale nei Paesi nordici dove, contro i pericoli e la iella, si usa genericamente toccare il legno. Il motivo risiederebbe nella sacralità degli spiriti che abiterebbero in alcuni alberi.