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SCUOLA FREUD - ISTITUTO FREUD - COS'E' INTERNET MAMMA?

27 aprile 2022

SCUOLA FREUD – ISTITUTO FREUD

Tecnico Tecnologico – Tecnico Economico – Liceo Economico Sociale

COS'E' INTERNET, MAMMA ?

A cura di Valentina Mandelli 

 

“Cos’è Internet, mamma?”chiesi, chiudendo il diario e riponendolo vicino al letto.“Ancora con quel diario? Ricordati che è il nostro turno per uscire a cercare le provviste!” Rispose mia mamma. “E comunque Internet era una forma primitiva di rete che collegava i computer di cento anni fa. L’hai trovato scritto nel diario della bisnonna?”. “Sì, nella parte in cui descrive la pandemia Covid-19 del 2020. Dice che parlava con i suoi amici attraverso Internet.” 

 

Trovavo molto interessante il diario della mia bisnonna, perché è una delle poche cose che mia mamma è riuscita a salvare prima dell’attacco nucleare del 2108, alla fine della quarta guerra mondiale. Ormai da dodici anni vivo con la mia famiglia e alcuni nostri amici nei sotterranei della metropolitana di Milano. Viviamo, lavoriamo e studiamo qui, senza vedere la luce. Sembra che sia sopravvissuto solo il 10% della popolazione mondiale, ma non abbiamo informazioni certe perché tutto è stato distrutto. E adesso ci risiamo. È arrivata una nuova epidemia, che tutti qui chiamano “la Peste”.

 

Non ci sono medicinali. A turni saliamo in superficie e cerchiamo di prendere quello che ci serve per sopravvivere. Siamo diventati cacciatori, ma il problema sono i Mutanti, delle creature terribili che si aggirano soprattutto durante il giorno. Amano la luce e per questo non scendono qui sotto. Così presi il mio arco e corsi sulle scale della fermata Sant’Ambrogio. Ecco una lepre! Tirai una freccia che la colpì. Ero diventata brava con il tiro con l’arco. Mi affrettai a prendere la lepre quando qualcosa mi toccò la caviglia. Mi girai e vidi un mutante per la prima volta. Guardai quella creatura, che aprì la bocca facendo un ghigno spaventoso e sollevò l’altro braccio verso di me.

 

“Acqua!” disse il Mutante “Aiuto… acqua!”. Quella creatura mi stava chiedendo aiuto, ma nello stesso tempo non mi lasciava andare. Era evidentemente ferita, la gamba le sanguinava. Presi la borraccia e le diedi da bere. Mi ringraziò e se ne andò. In quel momento mi raggiunsero mio padre e mio fratello e tutti insieme ci avviammo verso i sotterranei della metropolitana. Non dissi una parola sull’incontro che avevo avuto. In fondo non avevo fatto niente di male. Avevo solo dato da bere a una creatura. Verso sera andai a dormire anche se non riuscivo ad addormentarmi. Presi il diario della bisnonna e mi misi a leggere: “Luglio 2020. Oggi finalmente siamo andati al mare. Che bella la spiaggia e che bello il calore del Sole dopo tanti mesi di isolamento!”- Mare, spiaggia…non so proprio cosa siano, pensai. -Mah, dovevano avere delle abitudini proprio strane il secolo scorso! 

 

Dopo due sere uscimmo di nuovo per andare a caccia. Questa volta però non ero sola: avevo portato con me anche il mio gatto Pallino. “Andiamo Pallino! Anche tu sai cacciare, sei un felino!”. Dopo pochi minuti, Pallino vide qualcosa e si mise a correre velocissimo. “Fermo Pallino! Non allontanarti!” Non riuscii nemmeno a completare la frase, quando qualcosa mi colpì la testa.

 

Mi risvegliai confusa, dopo non so quanto tempo: avevo gambe e braccia legate. “Dove mi trovo?” gridai. Riconobbi il mutante che avevo aiutato. Mi guardai intorno, c’erano altri tre Mutanti, erano proprio brutti, con due occhi e due braccia ma senza coda. “Non vogliamo farti del male” mi dissero “dobbiamo solo prelevare un po’ del tuo sangue. Ci serve per creare un vaccino contro l’epidemia in corso. La tua specie sviluppa più facilmente gli anticorpi contro questo virus.Quelli che chiamavo i mutanti scoppiarono a ridere e continuarono a parlarmi: “Voi siete frutto di una sperimentazione genetica del secolo scorso, fatta per scopi militari. I tre occhi vi consentono di vedere lateralmente, la coda vi permette di correre velocemente e le due paia di braccia vi servono per combattere. I maschi della tua specie sono abili guerrieri e cacciatori. Non siete riusciti però ad adattarvi alla vita in superficie dopo l’ultima guerra nucleare”. Mi ricordai di quanto avevo letto nel diario della bisnonna. Anche lei parlava di esperimenti genetici per creare una super-specie di umani.

 

Dopo avermi prelevato il sangue, mi slegarono e mi portarono nella loro biblioteca e poi mi dissero:  “Le femmine della tua specie hanno molte capacità logiche e matematiche, mentre i maschi pensano solo a cacciare e combattere. Il nostro progetto prevede di formare una nuova generazione di scienziate della vostra e della nostra specie. Dobbiamo unire gli sforzi per ricostruire un nuovo mondo, questa volta guidato dalle femmine. Ecco perché ci serve la tua collaborazione e anche quella di tante altre ragazze della tua specie”. Presi le scale della metropolitana per tornare a casa. Mi fermai per un momento, mentre il sole stava sorgendo, ma per la prima volta quella luce non mi spaventava. Stava per cominciare un nuovo inizio.

 


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