14 novembre 2025
Il Dottor Daniele Nappo, Rappresentante Legale nonché Fondatore della Scuola Paritaria S. Freud, pone l'attenzione su una riforma dell’Esame di Maturità che, pur presentata come innovativa, ripropone schemi superati e non risponde alle esigenze di una scuola moderna basata su pensiero critico, rapidità e competenze trasversali.
Negli ultimi anni l'Esame di Maturità è stato materia di molteplici riforme, cambiamenti, sistemazioni e riflessioni. Tuttavia ogni volta che si manifesta una modernità si ha la percezione che essa sia già sorpassata nel momento stesso in cui viene presentata. Che cosa significa oggi valutare la maturità di uno studente? Il ministro dell'Istruzione Valditara ripristina l'esame su 4 materie, diminuisce i commissari e agevola i bonus. Una riforma all'insegna della restaurazione. Gli esami di maturità severissimi del dopoguerra sono stati legittimamente demoliti dal '68 e ogni forma di esame finale ha i suoi valori e le sue lacune. Non si dica però, falsamente, che la riformina Valditara ridarà all'Esame di Stato una mitica serietà perduta: i cambiamenti apportati disorientano e non si comprende se siano un passo avanti oppure uno indietro. Quello che a volte è presentato come nuovo non è altro che una riedizione, in versione peggiorata, del vecchio. La riforma è tutto, eccetto che nuova: si torna all'antico, e precisamente all'anno 2000, per quanto riguarda la denominazione. Il ministro Berlinguer aveva tolto ogni fascino moralistico alla prova finale riprendendo la dicitura dell'art. 33 della Costituzione, secondo la quale: «E prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi». La riforma nasce vecchia e non cambia proprio nulla, perché l'idea di fondo dell'esame è rimasta identica nel tempo: verificare, in pochi giorni, competenze e conoscenze acquisite in cinque anni. È un modello ereditato dal passato, quando il mondo era più lento e la scuola aveva il compito principale di consegnare saperi stabili e definiti. Ma oggi viviamo in un'epoca governata dalla rapidità, dal mutamento insistente, dalle competenze trasversali, dal pensiero critico e dallo spirito di adattamento.
