10 maggio 2016
I professori universitari siano valutati, come previsto dalla recente riforma, perché non estendere il principio della valutazione anche ai docenti delle scuole superiori ?
Gli insegnanti, paradossalmente, che sono tra i lavoratori, che adoperano quotidianamente lo strumento della valutazione nei confronti degli studenti, non sono disposti a mettersi in discussione
È giusto che essi siano valutati, e che sia dato il legittimo peso anche al parere espresso nei questionari e nelle schede di soddisfazione degli studenti. Questo processo dovrebbe, nel giro di qualche anno, far sì che i posti di docente siano occupati da coloro che effettivamente ne hanno le qualità e le capacità, di là delle caratteristiche anagrafiche o diplomatiche.
Perché il fatto che un insegnante scriva un libro, che si dia da fare ad aggiornarsi, e anche l’apprezzamento degli studenti, non sono minimamente considerati?
In realtà gli alunni comprendono benissimo la qualità dell’insegnamento impartito, e sarebbero quindi in grado, molto bene ,di valutare i docenti, o quanto meno di contribuire a valutare.
Gli insegnanti, utilizzano quotidianamente lo strumento della valutazione nei confronti degli altri, gli studenti, non sono disposti a mettersi in discussione. Eppure nessuno si muove per incoraggiare, per differenziare, per premiare il merito degli insegnanti, di là della loro anzianità di servizio.
Così il corpo insegnante invecchia e, per garantire il posto di lavoro a quattro furbastri, la gran parte dei docenti italiani si trova uniformato in un limbo senza soluzione.
A quando, un sistema di quotazione degli insegnanti, che premi chi vale, e consigli di ripiegare altrove a chi ha scelto questa meravigliosa professione come un ripiego?