25 luglio 2016
Quale il rapporto dei genitori con la scuola?
La scuola ha ampliato nel corso dell’anno scolastico le opportunità d’incontro “docenti-famiglia” al fine di statuire e incoraggiare un dialogo continuo, la conoscenza corrisposta, l’ascolto, il potenziamento delle capacità per la più buona crescita formativa dell’alunno. La scuola si dispone, quindi, in un quadro formativo che individua nella famiglia corresponsabilità educativa dei ragazzi. Si pongono, inoltre, quali scopi indispensabili, di sostenere una maggiore compartecipazione dei genitori alla vita scolastica, e di suscitare un’espressione di fiducia verso l’istituzione che permetta loro di sentirsi meno soli nell’affrontare il difficoltoso compito dell’educazione.
Quali sono le maggiori difficoltà ?
Molti genitori sono consapevoli del fatto che la scuola non sia solamente un luogo designato alla formazione culturale dei ragazzi, ma che faccia parte di un più grande progetto educativo. L’ incarico dei docenti e dei genitori fallisce se non si aprono, se non si raffrontano, se non collaborano e se non si assumono consapevolmente delle co-responsabilità. Le complicazioni che incontra l’insegnante sono il più delle volte legate al fraintendimento di questi principi di base. Spesso si relega l’equipe pedagogica a una sorta di “tribunale” capace unicamente di registrare voti, insensibile al vissuto dell’alunno. Scuola Paritaria a Milano
Come definire le differenti funzioni di scuola e famiglia nella vita di un adolescente e poi di un ragazzo?
La scuola innegabilmente è l’esperienza più complessa e formativa della vita di un ragazzo. E’ in quest’ambito che questi studia a rapportarsi agli altri, siano essi adulti o pari e a incontrarsi e scontrarsi con un’autorità diversa da quella genitoriale. A scuola il ragazzo impara a essere responsabile delle individuali azioni, scontando anche con strumenti differenti da quelli usati in casa (per esempio le note) e a crescere e maturare in un ambito multicolore, sia dal punto di vista affettivo (simpatie e antipatie), sia da quello emotivo (entusiasmo e preoccupazione, sforzi e appagamenti). Le divisioni, quindi, in ambito scolastico sono tante ed è per questo che vivere tal esperienza ha una qualità formativa, educativo e di crescita. I genitori devono, perciò, comprendere che gli scontri “civili” tra pari, gli insuccessi, contraddistinguono sempre e comunque un passaggio evolutivo necessario. La fase più difficoltosa e imbarazzante per un insegnante è, spesso, dover affrontare con le famiglie discorsi che riguardano le problematicità sia didattiche quanto emozionali dei ragazzi. Giustificare e difendere i propri figli non significa trovare buone soluzioni agli ostacoli, ma evitare un dialogo costruttivo e una collaborazione.