SCUOLA SUPERIORE PRIVATA PARITARIA
DECRETO N.338 MITF005006
DECRETO N.1139 MITNUQ500H
DECRETO N.2684 MIPMRI500E
IT

Le donne e la loro forza…

14 marzo 2023

La condizione della donna nel corso dei secoli ha subito svariati cambiamenti, a seconda dell'evoluzione politica e giuridica dei popoli. Nelle società passate è stata sottoposta ad un trattamento meno favorevole rispetto a quello riservato all'uomo, sia dal punto di vista giuridico, economico e civile sia dal punto di vista sociale, tanto d rimanere esclusa da tutti i diritti e le attività pubbliche. 

Nelle civiltà arcaiche, la donna era regina della famiglia poiché genera la vita; nell'antica Grecia il suo ruolo mutò radicalmente. I grandi filosofi come Platone o Pitagora la consideravano ignorante, inferiore ed un soggetto sul quale si aveva il possesso. 

Nel Medioevo, invece, la donna veniva vista in due modi nettamente opposti: angelico e spirituale o maligno e diabolico. Nella donna infatti si incarnavano il bene e il male ma continuava ad essere piegata al potere dell'uomo. 

Anche nel mondo cristiano la donna aveva pochi diritti: quando si sposava perdeva tutti i diritti amministrativi poiché era l'uomo che li gestiva; la moglie doveva sottostare al marito e doveva occuparsi della sfera familiare e privata. Le donne venivano controllate e non potevano uscire di casa senza essere accompagnate da un uomo, poiché la loro libertà avrebbe istigato i desideri della sfera maschile. Nel 1903 sorse un movimento politico femminista che lottò, con comizi e manifestazioni pubbliche, per ottenere il diritto di voto, o suffragio, per le donne: le militanti furono chiamate suffragette.  

La storia ufficiale del femminismo inizia nell'Ottocento ed è stata divisa in tre diverse fasi - dette "ondate" - che corrispondono ad altrettante generazioni di donne decise a battersi per i propri diritti. 

Ogni ondata ha portato con sé nuove priorità, nuovi metodi e nuove protagoniste. Ma esiste anche una preistoria del femminismo. Basta pensare alla Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina, voluta dalla femminista ante-litteram Olympe de Gouges nel 1791, in piena Rivoluzione Francese. Quello delle Suffragette, quindi, è solo il risultato di un'azione cominciata quasi un secolo prima sia durante la Rivoluzione Francese sia nel corso delle rivendicazioni, contemporanee a quelle francesi, in Inghilterra. 

l'epicentro delle prime battaglie propriamente femministe è la Gran Bretagna: è qui che nel 1865 nasce il primo comitato per l'estensione del diritto di voto. Sin dall'inizio infatti sono sostenute dal lavoro di personalità fautrici dei diritti delle donne, come John Stuart Mill. Egli propose l'idea del suffragio femminile in un programma presentato agli elettori del Regno Unito nel 1865. 

All'epoca solo gli uomini potevano partecipare alla vita politica, mentre le donne erano relegate in casa. In questa fase il femminismo si concentra quasi esclusivamente su rivendicazioni di natura politica, ma le suffragette vogliono anche la parità tra uomini e donne nel diritto di famiglia. Si pubblicarono libri a sostegno della tesi dei diritti per le donne. Mary Wollstonecraft pubblicò, nel 1792, A Vindication of the Right of Women, mentre iniziavano a formarsi i primi circoli femminili. 

Il movimento delle suffragette, come movimento nazionale volto a chiedere il suffragio femminile, vide la luce nel Regno Unito solo nel 1869. E da questa data quindi che fu possibile parlare, a tutti gli effetti, di suffragette, perché solo allora ebbe vita un movimento nazionale per rivendicare il diritto di voto, ancora non riconosciuto, che portò, nel 1897, alla formazione della Società Nazionale per il suffragio femminile (National Union of Women's Suffrage). La fondatrice, Millicent Fawcett, cercò di convincere anche gli uomini ad aderire al movimento, perché erano i soli, in quel momento storico, che legalmente potessero concedere il diritto di voto, ma ebbe scarso successo. I progressi sul piano del riconoscimento sociale, in quel primo periodo, furono quindi molto limitati, e tale situazione si protrasse sino a circa appunto il 1903. 

Fu dopo la Rivoluzione Francese che la sfera dei diritti delle donne fu ampliata. Grazie al lavoro divennero più libere, e non erano più confinate in casa e sottomesse. 

Così andando avanti con il tempo, in Italia nel 1946 arrivarono i primi riconoscimenti: le donne votarono per la prima volta. È stato un anno molto importante per il nostro Paese, poiché grazie alle rappresentanti del genere femminile si iniziò a vedere la luce in fondo al tunnel. 

La donna oggi non può sottostare al potere dell'uomo, e può finalmente mostrare la sua forza nell'ambito lavorativo, da sempre esistita nella storia, ma non sempre riconosciuta. 

La donna manager, la donna presidente del Consiglio, la donna presidente della Repubblica, la donna presidente della Confindustria non sono però un risultato occasionale, ma il risultato di una guerra fatta di tante battaglie vinte e altrettante perse, ma che alla fine l'hanno portata, nel mondo occidentale, all'apice della piramide. 

Purtroppo la stessa emancipazione non avvenuta nel mondo islamico in cui le donne sono ancora sottoposte all'autorità del padre, dei fratelli o del marito; il loro corpo, considerato una tentazione diabolica per i credenti, è motivo di vergogna e per questo va velato. Nei paesi tradizionalisti le donne sono private persino dei fondamentali diritti umani e civili: non godono della libertà di spostamento, della libertà di espressione e di parola; non possono procedere negli studi né tantomeno fare carriera. 

Dunque la strada verso la parità dei sessi rimane ancora lunga e tortuosa. Tuttavia i progressi fatti nel mondo occidentale lasciano ben spesare che un giorno le donne di tutto il mondo possano finalmente avere gli stessi diritti dell'uomo e pari dignità e riconoscimento sociale. 

La condizione della donna rispetto a quella dell'uomo è passata attraverso molti cambiamenti nel corso del tempo. Su un piano generale però, la donna in tutti i Paesi e in tutti i tempi è sempre stata sottoposta ad un trattamento meno privilegiato di quello dell'uomo. Nonostante una forte azione femminista contro la loro discriminazione, le donne, ancora oggi, non hanno sempre pari diritti degli uomini. Questo lo si può riscontrare in diversi campi, come in quello lavorativo, in quello pubblico e privato ed in 

quello sociale. 

Lo stato, nel corso dei decenni, ha aiutato notevolmente il progresso per la parità tra uomo e donna. II 24 marzo 1947, l'assemblea costituente approva l'articolo 3 della Costituzione. Esso proclama l'uguaglianza di fronte alla legge senza distinzione di sesso. 

Nel 1950 poi fu introdotta la legge per la tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri: fondamentale legge che introduce il divieto di licenziamento dall'inizio della gestazione fino al compimento del primo anno di età del bambino; il divieto di affidare alle donne incinte il trasporto e il sollevamento di pesi ed altri lavori faticosi ed il divieto di adoperare al lavoro le donne nei tre mesi precedenti il parto e nelle otto settimane successive. 

Nel 1963 ci fu il riconoscimento della dignità del lavoro domestico, avvenuto con la creazione presso l'Inps dell'assicurazione volontaria delle pensioni casalinghe. Soltanto nel 1999 viene però istituita l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni domestici. 

La legislatura più recente ai giorni nostri fu istituita l'8 marzo 2000. La legge 53 contiene disposizioni per il sostegno della maternità e delle paternità, per il diritto alla cura e alla formazione. Su questa stessa linea le norme inserite nella legge Fornero del 2012, dove viene introdotto il voucher babysitter: questo introduce la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al posto del congedo parentale, un contributo economico da impiegare per la babysitter. 

L'8 marzo è la Festa della donna. Questa ricorrenza è nata per ricordare le lotte sociali e politiche che le donne hanno dovuto affrontare affinché la loro voce venisse ascoltata. 

Forse è colpa della superficialità, forse della non-curanza, forse del bisogno di evadere, almeno per un giorno, ma questa festa, cosi come viene intesa oggi, è molto diversa rispetto al suo significato originario: ha spostato i, suo baricentro dai concetti di uguaglianza, rispetto, riscatto verso quelli di svago, divertimento, spensieratezza. Si aspetta la festa della donna per regalare le mimose, per prenotare un bel ristorante, per ballare e per trasgredire. La festa della donna si è trasformata in una serata diversa, in una serata in cui evadere, una serata da trascorrere tra donne e basta.  

E il giorno dopo?  

II giorno dopo, torna tutto come prima, come se questa serata non ci fosse mai stata. Il significato di questa festa ha subito un radicale mutamento e si è in parte dimenticato di riflettere sul fatto che la libertà che oggi la donna possiede, non è la libertà che ha sempre avuto, i diritti e le opportunità attuali non sono sempre stati così e in molte parti del mondo sono oggi completamente negati alle bambine e alle donne. Ben venga il divertimento ma non ha alcun senso, festeggiare l'8 marzo, ed il 9 ritrovarsi molto meno emancipate e motivate del giorno prima. Bisogna festeggiare per incoraggiare, supportare, in particolare le giovani donne come me, a migliorare la propria condizione di vita, a combattere quotidianamente la loro battaglia per la dignità e per le pari opportunità… 

Monologo di Paola Cortellesi

Nella nostra lingua alcuni termini maschili hanno il loro significato, al femminile hanno un’altro senso, cambiano radicalmente in modo equivoco, un ammiccamento verso la prostituzione. 

Questo elenco di ingiustizie é scritto da un uomo, giornalista, enigmista ed esperto di linguaggio, il professor Stefano Bartezaghi.  

Anche nel lessico noi donne un po’ siamo discriminate, ma per fortuna sono soltanto parole. Se le parole fossero la traduzione dei pensieri sarebbe grave. Ma a mal in cuore é tutto reale e ogni giorno sentiamo affermazioni incredibili, frasi offensive e senza senso come queste: 

Un cortigiano = un uomo che vive a corte 
Una cortigiana = una mignotta 
Un massaggiatore = un terapista, un uomo che esegue massaggi  
Una massaggiatrice = una mignotta 
Un uomo di strada = un uomo del popolo 
Una donna di strada = una mignotta  
Un uomo disponibile = un uomo premuroso e gentile  
Una donna disponibile = una mignotta 
Un passeggiatore = un uomo che cammina 
Una passeggiatrice = una mignotta  
Un uomo con un passato = un uomo che ha avuto una vita non particolarmente onesta ma che vale la pena di raccontare 
Una donna con un passato = una mignotta  
Uno squillo = il suono del telefono  
Una squillo = una mignotta  
Un uomo di mondo = un gran signore 
Una donna di mondo = una gran mignotta  
Uno che batte = un tennista che serve la palla   
Una che batte = una mignotta 
Un uomo che ha un protettore = un intoccabile raccomandato 
Una donna che ha un protettore = una mignotta  
Un buon uomo = un uomo provo 
Una buona donna = una mignotta  
Un uomo allegro = un buontempone 
Una donna allegra = una mignotta 
Un gatto morto = un felino deceduto  
Una gatta morta = una mignotta  

Uno zoccolo = una calzatura di campagna

Una zoccola 
Brava, sei una donna con le palle.
Chissà quello che ha fatto per lavorare.
Certo anche lei però, se va in giro vestita così. 
Dovresti essere contenta se ti guardano.
Lascia stare, sono cose da maschi.
​TE LA SEI CERCATA.
 
Ma per fortuna sono soltanto parole, tutto questo non è mai accaduto, giusto?
 

 

Classe 3C Les


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