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Andy Warhol. A Milano: La pubblicità della forma

27 febbraio 2023

Andy Warhol (Pittsburgh, 1928 - New York, 1987) è stato una delle figure più importanti della pittura americana, padre della Pop Art. Pittore, sculture, fotografo, cineasta e produttore di gruppi musicali, cambiò l’idea stessa di artista, che per la prima volta divenne imprenditore di sé stesso.

Andy Warhol era ossessionato dall’idea di essere brutto ma era dotato di un’abilità comunicativa non comune e di una grande capacità di osservazione, tutte abilità che gli permisero di trasformare la propria vita e costruire un’immagine di “divo” prima che di artista.

Fu dal mondo della comunicazione pubblicitaria che approdò all’arte, elaborando un linguaggio impersonale e volto a fare un tipo di arte che fosse una registrazione “oggettiva” della realtà. L’artista americano utilizzò tecniche di produzione industriale come la serigrafia su tela, una tecnica di stampa artistica che utilizza come matrice un supporto tessile, di acciaio o nylon. All’inizio degli anni Sessanta, Warhol eseguì i suoi primi disegni dedicati al mondo dei fumetti e della pubblicità.

È importante evidenziare che in questi anni la scena artistica americana era dominata dall’action painting “pittura d’azione”, tecnica in cui il colore veniva fatto gocciolare in maniera spontanea, altre volte veniva lanciato sulla tela. L’artista sfruttava il “caso” e l’opera nasceva non da un progetto a priori, ma da un processo di improvvisazione.

Warhol si discostò da tutto questo e scelse di riprodurre la realtà che lo circonda nella maniera più fredda e distaccata possibile, industriale e massificata.
Nel 1962 iniziò ad usare la tecnica serigrafica su tela e portò il principio dell’illimitata riproducibilità dell’opera d’arte. Cambiò anche i temi delle sue opere: zuppe in scatole, bottiglie di Coca-Cola e detersivi. I Sessanta furono gli anni in cui si affermò Warhol: nel 1962 espose per la prima volta alla Ferus Gallery di Los Angeles le sue Campbell’s soup cans, e due anni più tardi ebbe una mostra alla Leo Castello Gallery di New York.

Il tratto principale delle opere di Andy Warhol e ciò che lo rese famoso, fu la serialità con cui rappresentò oggetti e persone che diventarono le icone del modo di vivere americano. L’artista si pose nei confronti del mondo come una macchina che registra in modo freddo e impersonale la realtà che lo circonda. Andy Warhol è il caso esemplare per capire cosa sia successo negli anni Sessanta e par farlo, come affermò l’artista stesso, basta guardare la superficie delle sue opere. Le opere dell’artista americano diventarono delle vere icone: Marilyn Monroe a Mao Tse- Tung e tante altre. Per Warhol era importante la tecnica esecutiva più che l’atto della creazione in sé, e la tecnica diventava processo industriale.

L’attrice e diva Marylin Monroe costituì uno dei soggetti più noti dei ritratti di Warhol, che dopo la morte della donna e consapevole dell’importanza che ebbe nell’immaginario collettivo, cominciò ad interessarsene. L’artista, partendo da una famosa fotografia della diva, riprodusse una serie di immagini meccanicamente “separate”, come recita il titolo Shot Orange Marylin (1964), ovvero “Marylin separata in arancione”.

GIULIA MONTICELLI, 5AL

 


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