6 giugno 2016
L’ambiente in cui si svolge il pranzo di lavoro influisce la capacità cognitiva e gli stati emotivi di una persona nella fase post-prandiale. A suggerirlo è uno studio, pubblicato su Plos One, che mostra come permettersi una pausa al ristorante con un amico, magari dopo una breve camminata per giungere al locale scelto, riduca il controllo cognitivo e accresca l’armonia sociale di una persona più di un pranzo solitario alla propria scrivania.
I pasti sono molto importanti per gli esseri umani, non solo come origine di nutrimento e di energia, ma anche come istituzione culturale e sociale e, senza dubbio, come fonte di piacere. Un buon pasto assunto in compagnia, infatti, può mettere di buon umore, stimolare nuove idee, diminuire le tensioni sociali e incoraggiare un accordo reciproco in affari, nella politica e in famiglia. Per capire davvero quanto queste emozioni fossero correlate alla condivisione del pasto, i ricercatori guidati da Werner Sommer dell’Università Humboldt di Berlino hanno confrontato (dal punto di vista cognitivo ed emotivo) le coerenze di un pranzo in compagnia con quelle di una pausa solitaria alla scrivania.
Le aderenti allo studio, tutte donne, sono state suddivise in due gruppi: le prime hanno mangiato con un amico al ristorante per un’ora dopo una breve passeggiata per raggiungere il locale; le seconde hanno compiuto un pasto solitario alla scrivania. Il pranzo era identico in entrambi i casi, sia per la tipologia sia per la quantità del cibo consumato. Tutte le partecipanti sono state scrutate durante tre diverse fasi: pre, durante e dopo il pasto.
I ricercatori hanno costatato che nel periodo successivo al pasto le donne del primo gruppo erano più calme e meno vigili rispetto alle altre. Non a caso le indagini condotte dai ricercatori hanno mostrato una diminuzione nei processi di controllo cognitivo e nel osservazione degli errori tra chi mangiava in compagnia, tanto che questi, in alcuni test svolti dopo il pranzo, hanno ottenuto risultati peggiori di coloro che avevano consumato il proprio pasto seduti alla scrivania. Di contro, chi aveva condiviso un pasto in compagnia era più rilassato e in armonia rispetto agli altri.
“Poiché i pasti differivano per molti aspetti, quali la presenza di un amico, l'habitat scelto e la mancanza di restrizioni di tempo è inottenibile specificare a questo punto quale variabile sia cruciale per gli effetti scrutati nel nostro studio”, spiegano gli autori, continuando: “La riduzione del controllo cognitivo è un danno quando si ricerca uno stretto auto-monitoraggio delle prestazioni e abbondante attenzione per gli errori, come ad esempio nell’elaborazione numerica. In altre situazioni invece, ad esempio quando si desiderano l’armonia sociale e la creatività, un’attenuazione del controllo cognitivo può essere un vantaggio”.