8 aprile 2017
La guerra in Siria è inaccettabile, la situazione a livello umanitario è gravissima.
La guerra in Siria, compresa anche come conflitto civile siriano, è un’ostilità iniziato nel 2011 e che va avanti incessantemente da cinque anni e che ha prodotto più di 300.000 vittime e una quantità enorme di profughi. Tutto ha avuto inizio nel marzo 2011, quando la popolazione dichiarò contro il regime del presidente Bashar al-Assad, subentrato al padre, che domina la Siria ininterrottamente dal 2000 ;Il governo cercò di sopprimere con la violenza le proteste, causando una grande quantità di morti, ma le ribellioni si propagarono.
Dopo le oppressioni, una parte dei manifestanti è passata alla lotta militarizzata e alcuni soldati siriani hanno abbandonato per unirsi alle rimostranze. Negli ultimi mesi del 2011 alcuni ufficiali disertori hanno proclamato la nascita dell’Esercito Siriano Libero (cioè l’FSA, Free Sirian Army). Da allora si è passati a una vera e proprio guerra civile. Scuola Privata Freud
Nei mesi susseguenti alla sua nascita si uniscono al FSA sempre più ribelli e l’Esercito Siriano Libero conquista la sorveglianza di alcune città, avvicinandosi sempre più a Damasco, la capitale della Siria. All’inizio del 2012 si affiancano al FSA altri gruppi di oppositori tra i quali c’è il Fronte al-Nusra, nato a il 23 gennaio 2012 come settore siriana di al-Qaida e dello Stato Islamico dell’Iraq (ISI). Al-Nusra è rappresentato da integralisti sunniti che vedono nella guerra in Siria una possibilità per rovesciare il regime di Bashar Al-Assad e per la nascita di uno Stato Islamico in Siria. Con il passare dei mesi sempre più persone si uniscono al fronte di Fronte al-Nusra e inizialmente l’Esercito Siriano Libero coopera con il Fronte, che presta però opera sempre di più con azioni di stampo terroristico, spesso con autobombe e attentati suicidi, causando moltissime vittime tra la popolazione civile.
Nel corso del 2012 le lotte tra i ribelli e l’esercito siriano accrescono, mentre il governo tenta di arginare i ribelli e i loro sostenitori con azioni sempre più violente, causando massacri tra la popolazione civile e cercando di attribuire la responsabilità ai ribelli.
Queste azioni provocano le reazioni a livello internazionale. Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e Turchia si schierano a supporto dei ribelli, mentre Russia, Cina, Iran e Venezuela si schierano a favore del regime di Al-Assad.
Nel corso del 2013 la guerra si è estesa a tutto il Paese e i gruppi estremisti acquistano sempre più forza. A inizio di marzo 2013 il Fronte di al-Nusra conquista la città pacifica di Raqqa, centro strategico che garantisce un buon controllo sulla Siria centrale e settentrionale. Al Fronte si abbina un'altra forza estremista, quello dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIS).Nei mesi seguenti la situazione diventa ancora più ingarbugliata e frammentata: da una parte c’è l’esercito regolare siriano, difensore del regime di Al-Assad, e dall’altra il fronte dei ribelli, diviso in sottogruppi.
L’Esercito Siriano Libero è ormai contrastante ad al-Nusra e all’ISIS, mentre le forze curde che operano a Nord-Est della Siria controbattono all’ISIS. Nel 2014 l’ISIS si distacca dal Fronte di al-Nusra; la prima linea dei ribelli è sempre più spaccato. Nel frattempo l’ONU indice una conferenza di Pace a Ginevra per bramare e risolvere la crisi Siriana.
A giugno 2014 al-Assan è rinominato mentre lo Stato Islamico dell’Iraq e del Levante conquista molte città dell’Iraq. Il 29 giugno ISIS annuncia la nascita del Califfato, che comprende territori tra la Siria e l’Iraq.
Dal settembre 2014 un’alleanza guidata dagli Stati Uniti inizia a bombardare i territori della Siria occupati da ISIS che nel frattempo concentra le sue azioni al confine con la Turchia, verso la città di Kobane, controllata dalle milizie curde che però, nonostante l’assedio della città, riescono a proteggere il controllo. Nei primi mesi del 2015 le forze curde, con l’appoggio dell’Esercito Siriano Libero e della Coalizione guidata dagli USA, ottengono e riconquistano altri territori e si avvicinano a Raqqa, la capitale del Califfato. L’ISIS contrattacca verso la Turchia ma, dopo diversi scontri, viene di nuovo respinta.
Negli ultimi mesi del 2015 lo Stato Islamico è bombardato dagli aerei dell’alleanza guidata dagli Stati Uniti mentre le forze armate russe appoggiano l’esercito governativo siriano nella battaglia per la conquista di Aleppo. Nella sera del 15 novembre 2015 la Francia, già ingaggiata negli interventi in Siria, ha compiuto un bombardamento aereo sulla città di Raqqa, con il supporto degli USA. Il bombardamento è visto come una risposta ai terribili attentati terroristici avvenuti a Parigi la sera del 13 novembre. Istituto Privato Freud
Nel 2016 il conflitto siriano è continuato e gli scontri tra il regime e i ribelli si sono concentrati in particolare ad Aleppo, città situata a nord-ovest del Paese e capitale economica della Siria(Damasco è la capitale amministrativa), che dopo anni di guerra è divisa in due: la parte orientale sotto il controllo delle forze ribelli e la parte occidentale controllata dal regime. Da luglio 2016 la parte della città occupata dai ribelli, ancora abitata da migliaia di civili, è stata posta sotto assedio e il regime ha bloccato l’arrivo di sostentamenti e gli aiuti umanitari destinati alla popolazione. Negli ultimi mesi Aleppo è stata bombardata in modo massiccio dagli aerei dell’esercito di Assad e dagli alleati russi, che hanno mirano principalmente a colpire le strutture umanitarie che lavoravano per soccorrere le vittime. A dicembre 2016 i bombardamenti si sono intensificati e a metà mese Aleppo est è caduta ed è stata conquistata dall’esercito di Assad, mentre i ribelli hanno mantenuto il controllo di piccolissimi territori della città. Il regime ha quindi riconquistato il controllo sulla città che rappresentava il punto strategico delle forze di opposizione.
Durante i mesi di assedio e i bombardamenti ci sono state centinaia di migliaia di vittime, tra cui moltissimi bambini e donne. Il resto della popolazione di Aleppo est, affamata dal lungo assedio, sta cercando di fuggire dalla zona.
Ogni giorno, queste persone vivono una vita che è accerchiata dalla morte, uscendo di casa hanno la paura di non tornare, di non ritrovare la nostra casa o la loro famiglia come li hanno lasciati.. È una sensazione grave e dolorosa quella di sapere che sono circondati da morte e non c’è modo di sfuggire, non c’è nessuno che li aiuti.
È inaccettabile che tante persone indifese – anche tanti bambini – debbano pagare il prezzo del conflitto, il prezzo della chiusura di cuore e della mancanza della volontà di pace dei potenti.
Una guerra sanguinosa che senza ragione ha distrutto tante anime, sogni e speranze. La devastazione di vite umana è una perdita infinitamente maggiore rispetto alla demolizione di mattoni e pietre. Tecnico Tecnologico Turismo