24 dicembre 2018
SCUOLA FREUD – ISTITUTO FREUD
Tecnico Tecnologico – Tecnico Economico – Liceo Economico Sociale
COME FUNZIONA L’ISTRUZIONE PARENTALE?
Chi controlla sul giusto compimento dell’insegnamento?
La scuola è aperta a tutti: lo dice chiaramente la Costituzione, e l’istruzione inferiore, data per almeno otto anni, è prevista dalla legge e gratuita. Lo statuto garantisce altresì che i più capaci e meritevoli possano accedere ai gradi più alti degli studi.
La legge, però, non obbliga i ragazzi a recarsi fisicamente negli istituti scolastici.scienze umane opzione economico sociale
La Costituzione parla, infatti, d’istruzione obbligatoria, non facendo riferimento al fatto che essa debba essere per forza impartita nelle aule degli edifici scolastici. Un ragazzo potrebbe studiare anche a casa, seguito da un genitore o da altra persona in grado di sostenerlo negli studi; questa si chiama istruzione parentale, prevista esplicitamente dalla legge come vera e propria alternativa alla frequenza delle aule scolastiche.
Cos’è l’istruzione parentale?
E’ l’opportunità di istruire i propri figli a casa anziché a scuola.
La legge dice che è obbligatoria l’istruzione data per almeno dieci anni (riguardante la fascia di età compresa tra i sei e i sedici anni); essa è indirizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno di età. Ebbene, quest’obbligo può essere assolto non soltanto andando a scuola, ma anche sopperendo con l’istruzione parentale: specifica, la legge, dice che i genitori devono rilasciare al dirigente scolastico della scuola più vicina una particolare dichiarazione, da rinnovare anno per anno, circa il possesso della capacità tecnica o economica per occuparsi all’insegnamento parentale. Il dirigente scolastico ha il dovere di assicurarsi della validità.
A garanzia dell’assolvimento del dovere all’istruzione, il minore è tenuto a sostenere un esame d’idoneità all’anno scolastico successivo.
L’istruzione parentale è direttamente prevista dalla legge, la quale afferma che all’obbligo scolastico si soddisfa frequentando le scuole elementari e medie statali o le scuole non statali abilitate al rilascio di titoli di studio riconosciuti dallo Stato o anche privatamente.
I genitori dell’obbligato o chi ne fa le veci che intendano preoccuparsi privatamente o direttamente all’istruzione dell’obbligato devono dimostrare di averne la capacità tecnica od economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità.
Più recentemente, la legge ha stabilito che in caso di istruzione parentale, della studentessa o dello studente, ovvero coloro che esercitano la responsabilità genitoriale, sono tenuti a esibire annualmente la comunicazione preventiva al dirigente scolastico del territorio di residenza. Tali alunni o studenti sostengono annualmente l’esame d’idoneità per il passaggio alla classe successiva con l’incarico di candidati esterni presso una scuola statale o paritaria, fino all’assolvimento dell’obbligo d’istruzione.
La scuola che riceve la domanda d’istruzione parentale deve vigilare sull’adempimento dell’obbligo scolastico dell’alunno.scienze umane opzione economico sociale
A controllare non è valido soltanto il dirigente della scuola ma anche il sindaco; l’ordinamento dice espressamente che alla vigilanza sull’adempimento dell’obbligo di istruzione provvedono:
- il sindaco, o un suo delegato, del comune ove hanno la residenza coloro che sono soggetti al predetto obbligo di istruzione;
- i dirigenti scolastici delle scuole di ogni ordine e grado, statali o paritarie.Scuola Tecnica Turismo
Molti genitori ricorrono all’istruzione parentale quando i propri figli ripudiano, per un motivo o per un altro, di frequentare le lezioni scolastiche. Devo precisarti una cosa: fornire un’adeguata istruzione ai propri figli è un vero e proprio obbligo giuridico per i genitori, i quali rischiano addirittura di incorrere in responsabilità penale. Ciò avviene, però, solamente quando l’istruzione sia negata per volontà di questi, non quando sia il minore stesso a rifiutare categoricamente di frequentare la scuola.