23 maggio 2017
Interrogazioni a maggio, come comportarsi con gli alunni “volontari”? Scuola Tecnica Tecnologica Freud
In tutte le scuole, in tutte le classi, il mese di maggio rappresenta non solo l’ultimo per la fine dell’anno scolastico, ma principalmente il momento per tentare il possibile per riconquistare eventuali lacune ed evitare di portarsi un debito a casa.
Tutti gli insegnanti sono d’accordo su un punto: prendere un nove a maggio non significa aver annullato totalmente tutto ciò che non si è fatto durante l’anno, ma è pur vero che i docenti sono costretti a continuare a interrogare dando la possibilità di recuperare. A tal proposito, gli insegnanti, possono fare riferimento a due norme: la prima è il Patto Educativo di Corresponsabilità in cui il Ministero dell’Istruzione precisa ai punti 16 e 17: “Valutare che il voto è solo una delle componenti della valutazione dell’alunno, per cui si devono prendere in considerazione altri elementi quali il contesto emotivo del ragazzo, l’andamento durante tutto l’anno scolastico, l’analisi dei momenti di calo e di progresso, la situazione scolastica nel suo complesso; per tali componenti è necessaria e particolarmente utile la comunicazione continua e in ogni caso tempestiva dei docenti con il tutor. Considerare il tre come la valutazione minima e il dieci come quella massima, in ogni prova di verifica scritta od orale”. Istituto Privato Freud
Ma, ancora più nel dettaglio, per la gestione dei cosiddetti “volontari” entra in gioco il DPR 21 novembre 2007, n° 235 che stabilisce l’obbligo, per docenti e dirigenti, di attivare un “dialogo costruttivo” anche in relazione ai “criteri di valutazione”. Bisogna ricordare che il docente può anche decidere di rifiutare la richiesta di interrogazione dello studente che, dopo aver preso una serie di 4 per l’intero anno, chiede di essere riascoltato dopo aver studiato, ma la richiesta potrebbe essere inoltrata al Consiglio di Classe o al Dirigente Scolastico. In questo caso, i due organi, possono assumere provvedimenti. La linea diffusa è che lo studente può chiedere di essere interrogato quando vuole. In conclusione quindi, il docente ha il diritto di rifiutare di interrogare, ma se ne assume tutte le responsabilità perché il giudizio negativo risultato alla fine dell’anno, può essere impugnato dallo studente con un ricordo al Tar. Scuola Tecnica Turismo Freud