8 giugno 2016
I ricercatori spiegano che il comportamento di traditori, imbroglioni o bugiardi è condizionato dalla dimenticanza non morale, un annebbiamento della memoria che, per non giudicare loro stessi, li porta a dimenticare (e ripetere) gli errori commessi.
I ricercatori hanno individuato che le persone che tradiscono, imbrogliano o che in generale operano in modo non etico (secondo loro stessi) tendono a dimenticarsi ciò che hanno fatto e per questo ripetono nuovamente il comportamento “sbagliato”. In pratica, fanno sapere i ricercatori dell’Harvard University, il cervello di chi imbroglia si dimentica gli errori commessi. Lo studio, intitolato “Memories of unethical actions become obfuscated over time” e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, chiarisce che questa risolutezza di scordarsi i tradimenti nasce dal fatto che altrimenti occorrerebbe fare i conti con se stessi e arrendersi all'idea che non essere realizzato come si vorrebbe.
A questo proposito i ricercatori spiegano che la conseguenza di una simile cognizione crea in chi imbroglia un’accumulazione di stress che può essere alleggerito semplicemente eliminando il ricordo del comportamento. “Simili errori e distorsioni della memoria non sono accidentali, ma hanno lo scopo di supportare l'idea che si ha di sé e della propria identità”.
Questo “errore della memoria” è stato ribattezzato “unethical amnesia” cioè “amnesia non etica” o offuscamento di comportamenti non etici durante il tempo. Nella realtà dei fatti, ciò di cui parlano i ricercatori non è un'amnesia totale, ma proprio un offuscamento di alcuni dettagli concernenti la condotta non etico, si tratterebbe di una scelta adattativa che ci permette di sopravvivere al nostro stesso giudizio.
Per giungere a queste conclusioni, i ricercatori hanno eseguito diverse tipologie di test in cui era messa alla prova la memoria dei partecipanti rispetto a fatti o esperienze vissute all'interno degli esperimenti. I dati raccolti hanno mostrato che le persone cui era stato richiesto di comportarsi in modo non etico (ad esempio imbrogliare o mentire) protendevano a non ricordare i dettagli dell'evento, diversamente da quanto accadeva ai soggetti a cui invece era stato chiesto di comportarsi in modo etico. In aggiunta, gli scienziati hanno notato che chi metteva in atto non comportamento “sbagliato”, oltre a scordarsi alcuni aspetti, tendeva a ripeterlo.
Questo ovviamente non vuole dire che le persone che tradiscono, imbrogliano o mentono si dimentichino di averlo fatto, ma solo che riescono a replicare questo comportamento perché, grazie all'amnesia non etica, sono diminuite dal senso di colpa che altrimenti vivrebbero se dovessero fare, i con loro stesse. Lo studio è interessante perché mette in relazione il meccanismo del cervello, con la coscienza che abbiano di noi stessi e con la memoria. Viene da chiedersi se il detto "le bugie hanno le gambe corte" non sia proprio legato al fatto che non ricordando esattamente il momento in cui si è mentito, si finisce per farsi scoprire.