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SCUOLA FREUD – ISTITUTO FREUD - C’È UN BISOGNO DI FIDUCIA TRA I GENITORI E I DOCENTI

12 gennaio 2018

SCUOLA FREUD – ISTITUTO FREUD

C’È UN BISOGNO DI FIDUCIA TRA I GENITORI E I DOCENTI

A Siracusa una coppia di genitori, per vendicare il figlio che era stato richiamato dall’insegnante, gli hanno fratturato una costola.

Hanno ricevuto una telefonata dal figlio, studente all’istituto Vittorini di Siracusa. Il ragazzo era infuriato per essere stato sgridato dall’insegnante. Così la madre e il padre, trentatré e quarantasette anni, si sono piombati a scuola e, dopo avere chiesto chi fosse il docente di educazione fisica (che non avevano mai visto prima), sotto gli occhi degli altri alunni, lo hanno malmenato fino a fratturargli una costola.Scuola Privata Paritaria Freud

La coppia è stata denunciata per lesioni e interruzione di pubblico servizio. Ma, senza spingersi fino a questo punto, sempre più spesso i genitori contestano la fiducia nei confronti degli insegnanti dei figli. Quel patto educativo di corresponsabilità, che era il nome del documento voluto nel 2007 dall’allora Ministro Giuseppe Fioroni – sembra frantumato. Entro la fine di gennaio arriverà una trasposizione rivista del “patto educativo di corresponsabilità” che diventerà il “patto di corresponsabilità educativa”. Porre l’accento sulla corresponsabilità sono passi in avanti: molto spesso gli adulti non si sentono corresponsabili dell’educazione che trasmettono ai figli.

Questi schizzi di aggressività – per fortuna quasi mai fisica, più spesso verbale o legale – dei genitori minano la fiducia che i ragazzi dovrebbero riporre nell’insegnante perché la formazione sia efficace. Padri e madri che delegittimano i docenti, denigrandoli o facendo, loro causa non fanno una mossa strategicamente intelligente per i loro figli». Non c’è ancora una vera cooperazione tra scuola e famiglia. I genitori delegano, pretendono che gli insegnanti facciano al posto loro. A difformità di quello che succedeva negli anni 60, recentemente si fa a gara per non essere eletti rappresentanti di classe: la scuola è fantasticata come un “luogo di fastidi”, da cui si preferisce stare lontani.Istituto Tecnico Tecnologico Freud

Forse manca proprio quella capacità: le famiglie vengono implicate su questioni marginali, come le raccolte di fondi o le festa della scuola: ci sono pochi eventi formativi a cui è immaginata la partecipazione dei genitori. Così queste due realtà, scuola e famiglia, hanno poche occasioni di misurarsi apertamente e serenamente, e quando esplodono le discussioni l’insegnante viene considerato come qualcuno che deve obbedire alle regole che la famiglia detta.

Siamo passati dal tempo in cui l’alunno, specie se adolescente, apprezzava l’insegnante a discapito della famiglia e lo stimava forse anche più dei genitori a una situazione opposta. Ma i genitori, delegittimando l’insegnante, fanno sì che i figli siano convinti di avere davanti persone che non sanno fare il proprio mestiere. Non si fidano più, ma la formazione si basa sulla stima. Non succede sicuramente nella maggior parte dei casi, ma bastano uno o due episodi per classe per scagliare discredito sulla scuola e minare il clima di fiducia di tutti.scienze umane opzione economico sociale

I genitori oggi hanno a disposizione strumenti tecnologici che possono diffondere le informazioni molto in fretta. Fino agli anni 70, c’era un certo rapporto di fiducia nei confronti della scuola. L’Italia, dal punto di vista educativo, ha una storia importante: molti pedagogisti del tempo venivano dalla scuola, erano insegnanti o dirigenti scolastici sensibili al coinvolgimento della famiglia. E le famiglie valorizzavano l’insegnante perché aveva stima sociale, perché aveva raggiunto un certo livello culturale.

Dagli anni 80 le famiglie sono diventate più consapevoli – e questo è un bene – ma anche più duellanti, fino all’eccesso. E’ caduta l’idea dell’insegnante che merita rispetto. I ragazzi hanno cominciato a misurare la stima sulla base del ricavo, la scuola ha perso un po’ di autorevolezza e la famiglia è diventata intimidatoria agli occhi della scuola. Le leggi per la tutela della famiglia hanno reso gli insegnanti dei burocrati che temono le varie accuse in cui possono trovarsi.

Negli anni 80 la collaborazione che c’era vent’anni prima inizia a dissolversi. È cambiata la percezione della rappresentazione sociale della scuola e degli insegnanti. Cambiare si può: Un’idea può essere di creare sempre più occasioni di formazioni e confronto fra la scuola e le famiglie, per la condivisione di metodi. Spesso gli scontri aspri si costruiscono proprio sull’incomprensione, sul fatto di non conoscersi. Il genitore tende a rivolgersi alla scuola esigendo di intimare le proprie idee all’insegnante, come se il paziente si rivolgesse al medico spiegandogli quali medicine deve somministrargli.Scuola Privata Milano

La fiducia si può rifondare sulla conoscenza reciproca e sul confronto sulle strategie. Ma bisogna promuovere occasioni d’incontro. E se concretamente i genitori non stimano un insegnante, possono provare a parlarci, pacatamente, rispettando le regole di convivenza civile. E se continuano a non trovare un accordo, possono sempre fare cambiare scuola al figlio.

                           

                       


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