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SCUOLA FREUD – ISTITUTO FREUD - LA SCIENZA È RIUSCITA A CLONARE DEI PRIMATI

30 gennaio 2018

SCUOLA FREUD – ISTITUTO FREUD

Tecnico Tecnologico – Tecnico Economico – Liceo Economico Sociale

PER LA PRIMA VOLTA, LA SCIENZA È RIUSCITA A CLONARE DEI PRIMATI

E grazie alla clonazione dei macachi Zhong Zhong e Hua Hua, siamo molto più vicini anche a quella umana

Tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre scorso, i ricercatori della Chinese Academy of Sciences dell'Institute of Neuroscience hanno assistito a qualcosa d’incredibile: la nascita di due macachi di Giava geneticamente identici, di nome Zhong Zhong e Hua Hua — con riferimento al termine ‘Zonghua,’ che indica il popolo cinese. Questi primati sono i primi a essere clonati utilizzando una tecnica chiamata somatic cell nuclear transfer (SCNT), lo stesso metodo usato per creare il primo clone animale della storia, la pecora Dolly, più di 20 anni fa.

I ricercatori della Chinese Academy of Sciences sono ottimisti e pensano che la probabilità di concepire scimmie geneticamente identiche permetterà di acquisire apprendimenti senza precedenti sulle malattie umane, ma la nascita di Zhong e Hua è anche un grosso obiettivo per la scienza della clonazione in senso ampio. I primati si sono notoriamente dimostrati resistenti ai tentativi di clonazione fatti negli ultimi venti anni, per via della laboriosità unica del loro macchinario cellulare. La nascita di questi cloni di macaco è un risultato che potrebbe aprire la strada alla clonazione di primati e — magari alla fine — a quella di esseri umani.Scuola Paritaria Economico Turismo Freud Milano

“Gli ostacoli settoriali legati alla clonazione di specie di primati, compresi gli esseri umani, sono stati abbattuti,” ha detto Qiang Sun, ricercatore a capo del progetto alla Chinese Academy of Sciences, durante un convegno stampa martedì sera scorso. “In teoria, si può applicare anche all’uomo. Ad ogni modo, il motivo per cui abbiamo voluto superare questa barriera è per produrre modelli di animali che siano utili alla medicina e alla salute umana. Non c’è mai stata alcuna intenzione di applicare questo metodo agli esseri umani.”

Il SCNT è un tipo di clonazione riproduttiva che prevede il prelievo del nucleo delle cellule adulte nell’animale che deve essere clonato e l’iniezione dello stesso nelle cellula di un ovulo fecondato il cui nucleo è stato rimosso. Nel 1996, la pecora Dolly è stata il primo animale ad essere clonato con successo usando questo metodo.

Negli ultimi due decenni, 23 altre specie sono state clonate usando il SCNT, comprese mucche, cavalli, gatti e maiali Il successo di questi esperimenti ha provocato l’ansia diffusa che l’umanità fosse sul punto di cominciare a progettare bambini a tavolino, o a produrre cloni umani per prelevarne gli organi. Tutto questo ha spinto l’allora presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, a emettere un divieto sull’uso di fondi federali per la ricerca sulla clonazione umana, nel 1997. Come si è poi capito, però, fare il salto da pecore a primati è un’impresa ben più ardua del previsto.Tecnico Tecnologico Turismo

Il primo clone di primate era, tecnicamente, un macaco rhesus, di nome Tetra, nato nel 1999. Tetra è stato prodotto tramite un processo chiamato scissione dell’embrione, che è simile al modo in cui i gemelli omozigoti si formano naturalmente. In pratica, un embrione a due cellule è diviso in due embrioni separati e identici, cui è poi permesso di svilupparsi ognuno per conto suo. Per quanto questo svolgimento sia ben documentato e relativamente semplice, limita il numero di nascituri geneticamente uguali che è possibile produrre da un embrione ad un massimo di quattro. Per ottenere popolazioni di cloni più ampie, è necessario impiegare il SCNT, perché può usare i nuclei di qualsiasi numero di cellule adulte dell’animale che deve essere clonato.

 Una delle ragioni principali per cui i primati sono così resistenti alla clonazione via SCNT è dovuta al modo in cui i gameti sono strutturati. Nei gameti di primate non fertilizzati, una struttura chiamata fuso mitotico si raccoglie vicino ai cromosomi della cellula, a differenza di quello che succede nella maggior parte degli embrioni di mammifero, dove il fuso è disperso nella cellula. Questi fusi si occupano di guidare i cromosomi nel posto giusto durante il processo di divisione cellulare che darà poi come risultato un primate vivente.Istituto Privato Milano 

Nel corso degli ultimi decenni, però, i ricercatori hanno scoperto che quando il nucleo — e quindi tutti i cromosomi — di un gamete di primate viene rimosso, è possibile che il fuso mitotico si danneggi o rimescoli. Il che significa che quando un nuovo nucleo è iniettato dentro l’embrione, il fuso non è in grado di guidare i cromosomi nel posto giusto durante la divisione cellulare. Per cui, per quanto i ricercatori siano riusciti a creare con successo embrioni di primate più di una volta, gli errori durante la divisione cellulare hanno portato ognuno di questi embrioni a non durare mai più di qualche settimana nel ventre del primate. Diversi tentativi sono stati fatti per clonare specie di primate non umano,” ha detto Sun durante una conferenza stampa martedì mattina. “Sono stati tutti fallimentari. Questo ci ha portati all’idea che forse il nucleo somatico delle specie di primate non è in grado di esprimere i geni richiesti per lo sviluppo embrionale.”Come è spiegato in dettaglio su Cell oggi, Sun e i suoi colleghi alla Chinese Academy of Sciences hanno superato questa difficoltà ottimizzando il processo di trasferimento per minimizzare il danno ai gameti e aggiungendo dell’RNA umano nella cellula del clone.

Il compito del RNA, in pratica, è stato quello di attivare e disattivare i geni adibiti allo sviluppo dell’embrione. Per dirlo con le parole di Sun, è come “programmare” il nucleo perché esprima i geni richiesti per lo sviluppo degli embrioni Ugualmente, ci sono voluto parecchio per azzeccare il processo. Stando ai ricercatori, hanno prima cercato di usare i nuclei di cellule adulte per i cloni in quarantadue scimmie, ventidue delle quali sono rimaste incinte. Di queste gravidanze, solo due hanno portato alla nascita di esemplari, ma entrambi sono morti poche ore dopo il parto.

I ricercatori hanno avuto maggiore fortuna quando hanno impiegato i nuclei prelevati da cellule di tessuto connettivo prelevate dal feto di una scimmia abortita. Queste cellule clone sono state iniettate in ventuno femmine di macaco e hanno portato a quattro gravidanze. Di queste due sono state in aborti nei primi due mesi, ma le altre due sono proseguite fino alla nascita di due macachi di Giava, sani e geneticamente identici. Stando ai ricercatori, i cuccioli godono ancora di ottima salute anche a due mesi. Ugualmente, c’è voluto parecchio per azzeccare il processo. Stando ai ricercatori, hanno prima cercato di usare i nuclei di cellule adulte per i cloni in quarantadue scimmie, ventidue delle quali sono rimaste incinte. Di queste gravidanze, solo due hanno portato alla nascita di esemplari, ma entrambi sono morti poche ore dopo il parto.

Stando a Sun, lo stesso metodo utilizzato per clonare i macachi potrebbe essere applicato agli esseri umani, ma ha detto che è altamente improbabile che il governo permetta un’estensione del programma alle cellule umane (anche tralasciando le controversie etiche, il metodo aveva un tasso di successo molto basso sui primati usati per i test). Ugualmente, il metodo del SCNT è un candidato attraente per la produzione di ampie popolazioni di primati geneticamente identici, che Sun e colleghi ritengono possano essere utilizzate per studiare le malattie umane e, al contempo, “ridurre considerevolmente” il numero di animali richiesto ora per condurre questi studi.Scuola Superiore

 

 

 

 

 

 

 


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