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SCUOLA FREUD – ISTITUTO FREUD - BANCHI TRADIZIONALI ADDIO, LA CLASSE DIVENTA “LIQUIDA”

18 maggio 2018

SCUOLA FREUD – ISTITUTO FREUD

Tecnico Tecnologico Informatico – Tecnico Economico – Liceo Economico Sociale

BANCHI TRADIZIONALI ADDIO, LA CLASSE DIVENTA “LIQUIDA”

Sono i professori a decidere quale sia la disposizione più efficace per insegnare. Con le file la lezione è frontale, i tavoli incoraggiano il lavoro di gruppo.

In Finlandia i banchi sono componibili in modo da creare le disposizioni più varie in base al tipo di lezione. Negli Stati Uniti c’è chi fa sedere i ragazzi sul pavimento e pare che le lezioni funzionino meravigliosamente. In Italia si passa dalle classi, dove i genitori si considerano già miracolati se i banchi corrispondano al numero degli studenti ad altre dove sono già arrivati i banchi componibili e la lezione è capovolta, sono gli alunni a spiegare e far apprendere agli altri quello che hanno capito .

Non esistono regole né prescrizioni di alcun tipo. Sono i dirigenti, o anche soltanto i professori nella loro autonomia a decidere quale sia la disposizione più efficace per insegnare. “Si cerca di andare incontro a nuove modalità per far fronte ai nuovi bisogni dei ragazzi». spiega Samuele Amendola, educatore, consulente educativo e socio dell’Associazione Pedagogisti e Educatori Italiani.  Istituto Tecnico Turismo

La disposizione dei banchi, nelle aule insomma, non è casuale ma legata al tipo d’insegnamento scelto dai professori. Le più numerose sono ancora le classi con i banchi disposti in modo tradizionale, due o tre file orientate verso la cattedra e la lavagna. D’altra parte se la metà degli edifici è stata costruita prima del 1971 e in questi casi, è piuttosto difficile adottare soluzioni innovative.  

Ma il 32% delle scuole è nato dopo il 1976, sono più flessibili. «Una sistemazione frequente dei banchi è a ferro di cavallo», sostiene Giorgio Bollani, optometrista e responsabile del Progetto Peav nelle scuole. «Se con le file tradizionali gli alunni fanno molta fatica a vedere quello che è scritto alla lavagna, anche con la disposizione a ferro di cavallo si ha il vantaggio di creare lezioni ideali per materie orali ma si creano numerosi problemi di vista per chi è vicino alla porta o alla finestra». Dal suo punto di vista la formula migliore è quella ad anfiteatro. «Molti insegnanti si convincono ad ascoltare il mio consiglio quando vado nelle scuole a parlarne», spiega.  Ma la situazione delle scuole italiane è più varia di quello che si possa immaginare.

Ci sono le scuole primarie che aderiscono al progetto «Senza zaino». Sono novantasette in tutta Italia, le aule hanno lo spazio è diviso in aree di lavoro e gli studenti si organizzano da soli, spesso studiando materie diverse su tavoli diversi e alla fine hanno un’area dedicata alla correzione dove verificano da soli se il compito svolto è giusto oppure no. Ci sono le scuole dove tutti gli spazi non hanno nulla di tradizionale e sono studiati a misura di alunno, non c’è cattedra e i banchi sono disposti ad isola per dare ai bambini la possibilità di i lavorare per gruppi.  Scuola Paritaria Milano

Aule rivoluzionate anche alle superiori dove ci sono progetti come quello della «Scuola 3.0»dove in classe gli studenti non hanno né cattedra né banchi e nemmeno la lavagna nera con i gessetti. Ci sono tavoli colorati di forma circolare, scomponibili, adatti a essere utilizzati per il lavoro di gruppo. Sulle pareti, al posto delle cartine geografiche, sono appesi grandi pannelli orizzontali opachi, su cui si può scrivere o attaccare dei magneti.

Le lavagne sono enormi, interattive e presenti in ogni unità di lavoro.  «Sono molto favorevole all’uso dei tavoli di lavoro invece delle classiche file di banchi - spiega Amendola - gli alunni  si abituano a fare attività in gruppo e gli insegnanti possono passare più facilmente da un gruppo all’altro e capire meglio le personalità di ciascuno e le dinamiche nei rapporti». «Durante le attività di laboratorio gli insegnanti faranno emergere le conoscenze acquisite senza interrogazioni o verifiche ufficiali. E, da quello che vedo girando per le classi, sono sempre più numerosi gli insegnanti aperti alle nuove forme di didattica e quindi anche a rivoluzionare le loro aule».  Scuola Privata


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