8 aprile 2016
Diceva don Milani che bloccare e impedire a un alunno di scegliere il banco in cui sedersi non appare come una grande idea, ammette una preferenza per quelli che si siedono in ultima fila «Sono i miei preferiti: La scuola non deve essere un ospedale che vuole curare i sani, ma i malati». Né, in trent’anni di esperienza con i ragazzi più difficili, gli è mai passato per la testa di separare forzatamente qualcuno.
«È diverso spostare quelli che chiacchierano, ma anche lì dipende dalle situazioni. Il punto è che quando si parla di educazione le norme generali valgono poco. Semmai, un insegnante deve cercare di essere maestro e amico, vale a dire condividere gli sconforti degli studenti, ma stabilire il limite da non superare».
La psicopedagogista dell’Università Bicocca di Milano, Susanna Mantovani, valuta questi temi «niente affatto irrilevanti»:«Rimandano preoccupazioni che stiamo vivendo in tutto il mondo. Mi piacerebbe che gli insegnanti ne discutessero e che la scelta del posto divenisse oggetto di dibattito, ma non per arginare i teppistelli, piuttosto per rivolgerci delle domande sul percorso educativo. A volte succede a me di dover chiedere ai miei studenti di venire avanti dai posti in fondo, e siamo all’Università. Però non dire mai: tu stai lì e tu spostati là. Di per sé è una cosa stupida». Quando si parla del rapporto educativo, c’è sempre un dondolo che oscilla tra la totale libertà dei ragazzi e l'inflessibilità degli insegnanti.«La valutazione migliore è l’assertività dei docenti», suggerisce Pierpaolo Triani, pedagogista dell’Università Cattolica di Piacenza. Per lui è giusto che gli insegnanti scelgano la disposizione degli studenti. «Purché non diventi un’arma di potere. Mentre ha senso che il docente si assuma la responsabilità della coordinazione delle dinamiche di relazione all’interno della classe, magari facendo ruotare i bambini per sfruttare il miglior contributo di ciascuno».
E noi cosa pensiamo ?
da un lato va certamente riconosciuta all’insegnante la facoltà di stabilire dove far sedere i suoi studenti, dall’altra va data allo studente una spiegazione, affinché il rapporto tra l’alunno e il docente sia più equilibrato e il dover sottostare, a quello che può sembrare un obbligo, diventi condiviso; dobbiamo pensare a ragazzi adolescenti che crescono anche con il saper rispettare una disposizione.
Il docente deve esporre i suoi motivi e far rispettare le regole che lo studente dev’essere in grado di comprendere.
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