22 aprile 2020
In data 22 Aprile 2020, la rivista nazionale “Famiglia Cristiana” parla della Scuola Paritaria S. Freud di Milano e degli importanti risultati ottenuti in due mesi di attuazione della Didattica a Distanza, causa sospensione attività in presenza per Coronavirus.
La Scuola S. Freud, a indirizzi Informatica, Turismo e Scienze Umane, anche in un momento drammatico come quello che la nostra società mondiale sta vivendo causa coronavirus, è presente per tutti i 650 studenti iscritti e per le loro famiglie.
L'Istituto, insieme a tutti i docenti e allo staff, ha riorganizzato in maniera rapida e strutturata tutta la sua didattica, al fine di assicurare agli alunni il “Diritto allo Studio” e una continuità nello svolgimento dei programmi e delle attività didattiche.
Di seguito l’articolo, reperibile al link https://m.famigliacristiana.it/articolo/coronavirus-e-didattica-a-distanza-l-esperimento-dell-istituto-freud-funziona.htm
DIDATTICA A DISTANZA, L'ESPERIMENTO DELL'ISTITUTO FREUD
Secondo un focus dell’ Istituto di Milano il 97 per cento delle lezioni online sono seguite dai 650 studenti che però manifestano un “disagio” legato al mancato rapporto diretto con i docenti ed è emersa «la paura di non farcela e un'ansia da prestazione collegata con una comprensibile angoscia per il futuro»
L'insegnamento a distanza dovuto all'emergenza Coronavirus sta funzionando: gli studenti apprendono le lezioni e gli insegnanti hanno trovato le modalità di interrelazione corrette. Permangono però alcune criticità fra cui l'iniziale difficoltà nel nuovo approccio e un senso di spaesamento e talvolta di paura se non angoscia fra i giovani via via sempre minori. È quanto emerge da un focus della scuola superiore “Freud” di Milano.
In particolare, un monitoraggio per capire l'efficacia degli strumenti per l'e-learning dice che in circa due mesi i risultati sono "molto incoraggianti": il 97% delle lezioni online sono state seguite dai 650 studenti, il 98% degli allievi è in contatto con attività da remoto, il 99% dei docenti è soddisfatto delle attività online condotte fino ad ora così come la quasi totalità delle famiglie si ritiene contenta degli strumenti e della didattica usati. Tuttavia inizialmente una generazione di ragazzi che si può definire nativa digitale ha avuto, un po' sorprendentemente, qualche problema tecnico-informatico: caratteristica, ma qui comprensibile, più marcata nel corpo insegnante che ha richiesto un'ulteriore formazione ad hoc. Ma soprattutto il "disagio" si è manifestato nel mancato rapporto diretto con i docenti ed è emersa "la paura di non farcela e un'ansia da prestazione collegata con una comprensibile angoscia per il futuro".
"Ci siamo ritrovati nella necessità di costruire un nuovo modo di 'fare scuola' e si sente la mancanza della relazione personale che è veicolo del sapere - ha spiegato il direttore Daniele Nappo -. La didattica a distanza ha modificato l'ordinamento della formazione scolastica ed è stato quindi necessario riconsiderare le prospettive e modificare l'approccio ai processi. La valutazione in itinere è stata computata sullo stato di avanzamento della programmazione didattica e sul Piano dell'offerta formativa in cui i progetti sono inseriti, per meglio valutare il bisogno di cambiare le specifiche di realizzazione o anche il modello progettuale originario, ancora per connettere le attività di coloro i quali sono impegnati nella concretizzazione del progetto di formazione".